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Teodorico, il grande re germanico

Teodorico, il grande re germanico. Alberghi vicino alle basiliche bizantine in centro storico a Ravenna.

 

Foto: 1)il Mausoleo di Teodorico, 2)La parte superiore del Mausoleo di Teodorico, 3)il Cosidetto Palazzo di Teodorico, 4)Il Battistero degli Ariani e la Cattedrale teodoriciana, oggi di Chiesa ortodossa Santo Spirito, 5)Palazzo di Teodorico, sullo sfondo il campanile di S.Apollinare Nuovo



Il terzo riflettore sta per accendersi su Teodorico re.



Alla caduta dell’impero romano di Occidente Ravenna è la capitale di un immenso territorio sotto assedio.



Odoacre, il generale che ha detronizzato l’ultimo imperatore, si trova ben presto a cambiar ruolo e titolo: da “patrizio romano” ad usurpatore assediato nella imprendibile Ravenna.



Dopo tre anni di assedio alle mura di Classe Teodorico entra in Ravenna via mare e lo elimina alla maniera appresa a Bisanzio: con infallibile veleno.


Quel muro di cinta è ancora là, nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, proiezione psichica dell’artista stanco ed affamato perché Ravenna resisteva oltre ogni misura.



Teodorico restò a Ravenna per trent’anni: riparò nel 502 l’ acquedotto di Traiano, ampliò il palazzo reale con annessa la splendente cappella palatina (ora Sant’Apollinare Nuovo), la Cattedrale (ora chiesa dello Spirito Santo) e il Battistero ariano.



Costruì infine il suo Mausoleo, possente e misterioso come una piramide egizia: il coperchio è un unico gigantesco masso dal peso di 200/300 tonnellate, forse portato qui su una zattera spinta attraverso le lagune e le paludi del Po.



Il culto dell’ eresia ariana mostra in Ravenna i suoi unici monumenti ancora esistenti; ma la disputa religiosa tra confessioni, anche sotto il pugno di ferro del re goto, non veniva meno, nemmeno nel campo dell’ arte.



E così il vescovo cattolico Pietro ll, segregato di rango nel palazzo vescovile decora il suo oratorio privato con un Gesù guerriero che calpesta il serpente ed il leone ariano ed uno stuolo di uccelli di sorprendente varietà e colore e aderenza naturalistica.



Sulla stessa parete scrive poi quella frase immortale sulla luce, anima del mosaico, che ancora oggi è in grado di stupire il visitatore.



Teodorico il “germanico” muore nel 526 e come sempre al venir meno delle grandi figure della storia,  il vortice degli intrighi e dei rancori mai sopiti riprende a girare vorticosamente. Nel 535 viene assassinata la regina Amalasunta, figlia di Teodorico, donna capace e coraggiosa che ha il solo torto di non essere ariana, ma cattolica.



Prof. Gianni Morelli





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